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Il Dormiglione |
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Quando si dice:
stare sulla notizia… Mentre Euromediterraneo era in vacanza, Mesagne ha
rischiato una crisi di governo e vive una situazione tuttora irrisolta. Ricapitoliamo: il Movimento
politico “A Sinistra – Per il cambiamento” sostiene ininterrottamente,
lealmente e, immaginiamo, consapevolmente la maggioranza di centro-sinistra a
Mesagne da tre Sindaci: Cosimo Faggiano, Damiano Franco, Mario Sconosciuto. Ha
espresso un Assessore ai Lavori Pubblici (Luigi Colelli), un durevole Assessore
ai Servizi Sociali (ancora Colelli, per ben otto anni), un altrettanto longevo
Presidente della Commissione Urbanistica (Pompeo Molfetta, per nove anni), un
Assessore all’Urbanistica (ancora Molfetta), un Assessore ai Rapporti con le
Istituzioni (Fortunato Sconosciuto), presenziando in Giunta senza soluzione di
continuità. In tal modo ha dimostrato di condividere l’esperienza di governo
che perdura a Mesagne fin da tredici anni, esaltandone le gioie e contenendone
i dolori. Ad un certo punto i dirigenti di
“A Sinistra” pubblicano, prima (inosservati) sul proprio organo di stampa, poi
sul Quotidiano di Brindisi, un articolo firmato da Pompeo Molfetta che scatena
il putiferio politico. In esso viene rappresentata una realtà che, se esistita
o esistente, ha dell’inverosimile. L’argomento è quello, scottante, della
gestione del personale: sostanzialmente si afferma che i primi due Sindaci
(1992-1996 e 1996-2002, attenzione alle lontane date!) hanno condotto una
politica di controllo dell’apparato burocratico comunale ai fini della gestione
totalizzante del consenso, ora con morbida perizia, ora con feroce titolarità. Esponiamo qui ed ora il nostro giudizio partigiano per
trarne ulteriori valutazioni, seguendo gli sviluppi della vicenda: abbiamo
troppa stima dell’intelligenza di gran parte del gruppo dirigente di “A
Sinistra” per credere alle tesi esposte nel loro articolo, dunque pensiamo ad
uno scherzo, ad una boutade, ad un
esercizio di stile. Ciò poiché, se le tesi sono fondate, allora sarà lecito
chiedersi come mai gli stessi dirigenti, per un così lungo periodo, con una
così solida lealtà, hanno retto le sorti di un governo di siffatta qualità
morale; e cioè se per stupidità politica (accorgersene dopo tredici anni…) o
per correità o complicità… Posto dunque che quasi tutti i dirigenti di “A
Sinistra” sono intelligenti, e quindi né stupidi né complici, segue che
l’argomento usato per alimentare il caos politico è infondato e, aggiungeremo, strumentale.
E proprio perché intrinsecamente infondato, possiamo considerare che la sortita
è fuori luogo per metodo (uso spregiudicato o destabilizzante della stampa al
posto degli strumenti politici opportuni) e per merito (appunto
l’infondatezza). La strumentalità dell’occasione ci appare adesso chiarissima. Fin qui il Movimento “A
Sinistra” ha avuto alcuni meriti evidenti ed una colpa profonda: i meriti sono
fondamentalmente quelli di aver fornito intuizioni e contributi alla stesura
delle parti migliori dei programmi del centro-sinistra ed aver collaborato
fedelmente alla loro realizzazione, creando spesso un asse privilegiato
specialmente con i Sindaci Faggiano e Franco. La colpa è tutta nell’aver
intimamente creduto (e nell’averne propagato il messaggio venefico) che si
poteva fare opposizione mentre si governava (torna alla memoria l’antico slogan
Riprendiamoci l’opposizione), che
dall’interno dei meccanismi del potere si interdiva chissà quale losca catena
di comando, che i compagni di coalizione erano fidati ed insieme infidi,
perbene e disonesti, mogli fedeli e laide concubine. Evidentemente si tratta di un costrutto virtuale, sbagliato e di
natura psicanalitica, che alla lunga ha provocato l’impazzimento culturale di
una pur piccola parte dell’elettorato progressista (che ha creduto di
identificare il male in quelli che avrebbero dovuto essere i propri punti di
riferimento extralocali), di una metà della stampa locale (che ha intinto la
penna nelle illazioni più spinte), ed infine della stessa classe dirigente di
“A Sinistra” per una sfortunata congiuntura di eventi. Gli eventi si sono
susseguiti in rapida sequenza: Toni Matarrelli, giovane outsider dell’area
antagonista (antiliberista, etc.), li ha soppiantati nel cuore e nel consenso
dell’elettorato, sia in occasione delle elezioni provinciali che in quelle
regionali, conclamando l’irrilevanza dell’apporto quantitativo o dell’assenza
strategica degli amici di “A Sinistra”. In più, i Democratici di
Sinistra hanno sfondato ogni barriera del successo elettorale e, unitamente a
Rifondazione Comunista e proprio in virtù di un rinnovato rapporto di amicizia,
possono oggi vantarsi di rappresentare la totalità del corpo elettorale della
sinistra, escludendo le velleità dei gruppi più piccini. Allora, che motivo di
esistere può avere ancora un Movimento locale dal passato glorioso, dal
presente anonimo, dal futuro incerto? Di qui, probabilmente, lo stillicidio
incessante sui giornali, pericoloso perché avvenuto a pochi mesi dalle elezioni
che potrebbero consentire di mandare a casa Berlusconi, pericoloso nella misura
in cui prova a scompaginare gli equilibri politici (che sono specchio di quelli
nazionali), pericoloso per gli stessi dirigenti di “A Sinistra”, i quali, pur
di spargere confusione, senza guardare agli interessi più generali, arrivano a
mettere in dubbio la propria lucidità o addirittura la propria sanità politica:
dov’erano mentre si costituiva il supposto sistema di potere che oggi
vorrebbero smantellare? Erano ad Atlantide, a Macondo, in qualche altra terra
favolosa? O erano lì a governare senza sosta con queste terribili ed oblique
figure? Nel film “Il dormiglione”,
scritto, diretto e interpretato da Woody Allen, si dipinge il personaggio di
Miles Monroe, pittoresco clarinettista ibernato erroneamente dopo un intervento
di ulcera duodenale e risvegliato, ignaro del tempo trascorso, dopo duecento
anni. Non vogliamo trovare a tutti costi somiglianze impertinenti tra qualche
dirigente di A Sinistra che si è cimentato in una serie poco avveduta di
articoli in Agosto ed il protagonista del film, ma alcune saltano davvero agli
occhi: la predilezione per la musica e l’esibizione pubblica, il lunghissimo
letargo, i bruciori di stomaco.
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