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"Puglia, la mancata democrazia onirica di Vendola" |
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Discorso di metodo e non di merito, anche perché le
responsabilità sono del Governo Regionale, è questo il motivo della lettera di
protesta che 24 Sindaci della Puglia hanno indirizzato al Governatore
on.Vendola dal quale si attendevano, come egli stesso aveva promesso, un
coinvolgimento nelle scelte di politica regionale prima dell’adozione formale
dei provvedimenti da parte della Giunta, e che invece è stato puntualmente
disatteso. Legittima, dunque, la presa di posizione dei sindaci che, guarda
caso, appartengono tutti allo schieramento di centro-sinistra e quindi a
maggior ragione più credibile. L’atteggiamento di questi primi cittadini che,
con coraggio e nell’esercizio delle loro funzioni, hanno fatto presente al
Governatore di dover rivedere il suo modo di operare, è stato considerato
scorretto e sono stati accusati di lesa maestà. Nessuno vuole strumentalizzare simile circostanza, ma
dinanzi alle dichiarazioni scomposte dell’on.Vendola che ha addirittura
dubitato dell’autenticità della stessa lettera e a quelle del Sindaco di Bari
che ha chiesto al centro-sinistra di sfiduciare il Presidente dell’Anci e di
mettere al tempo stesso i sindaci sottoscrittori in condizioni “di non poter
fare altri danni”, non possiamo rimanere indifferenti. Il tentativo di ridurre
al silenzio Sindaci democraticamente eletti dalle loro rispettive comunità,
alle quali nel bene o nel male devono rispondere del loro operato e non
consentire loro, essendo stati peraltro protagonisti della vittoria di Vendola,
di esprimere liberamente il proprio pensiero, sono segnali dei quali dobbiamo
preoccuparci. La censura non esiste più ed è paradossale come una presa
di posizione che invita ad un cambiamento radicale possa essere etichettata
come complotto o imbroglio per il
semplice fatto che a sostenerla sono alcuni esponenti dello stesso schieramento
di centro-sinistra. Ad essere messo in discussione è il concetto di democrazia
e soprattutto il significato della politica che è coraggio delle proprie idee e
non vigliaccheria in nome dell’interesse di parte. Non è nelle nostre
intenzioni formulare giudizi affrettati in quanto ci troviamo ancora agli inizi
della legislatura, vero è, tuttavia, che questo episodio non può non allarmarci
per gli effetti che lo stesso può produrre nell’opinione pubblica pugliese. Della tanto sbandierata “rivoluzione” che si sarebbe
dovuta attuare nella nostra Regione, a partire dal giorno dopo il successo
della coalizione di centro-sinistra, argomento sul quale l’on.Vendola ha
insistito durante tutta la campagna elettorale, catturando così il consenso
della maggioranza degli elettori, non solo non vi è traccia alcuna, anzi, stiamo
assistendo ad un processo inverso, ovvero quello di occupare sistematicamente
il potere tanto vituperato e sul quale si sta infrangendo il sistema onirico
vendoliano. Siamo in attesa di capire meglio che tipo di politica vuole attuare
il Governatore e quali siano le strategie di sviluppo che egli intende portare
avanti per rendere sempre più competitiva,sul piano nazionale e internazionale,
la nostra Regione. La critica è il sale della democrazia, demonizzarla non
giova a nessuno. La pratica del governare è un compito arduo, è una strada irta
di ostacoli alla quale l’on.Vendola si deve abituare, se vuole risultare un
governante illuminato che presta ascolto a tutti i cittadini indipendentemente
dall’appartenenza politica, prima ancora che la sua cultura di quella sinistra
radicale e antagonista si manifesti in tutte la sue caratteristiche, facendo
uso di metodi che non appartengono al nostro sistema democratico. *Coordinatore provinciale di “Uniti
al Centro”
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