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LIBRI/ Sulle tracce di Pitagora |
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Come piccoli eroi allo sbando
della vita, cercano ristoro e salvezza sugli argini di fiumi cheti, tra
leggerezze lente come sospiri, tenui ricordi che affollano i pensieri quando il
mondo piega i sensi e li addolora. Piccole eroine, donne coraggiose di ogni
vita, sia essa epoca serena o lacerata dagli eventi. Le donne narrate da Lina
Iannuzzi possiedono la tristezza delle rose e la forza dell’incanto;
creature semplici e forti, come la sua stessa narrazione, lieta per quel tepore
che emana, per quella sua gentilezza che ti prende per mano e t’accompagna a
scrutarne il mondo. Sulle tracce di Pitagora (per i tipi della Ibiskos di A.
Ulivieri), ultimo lavoro della Iannuzzi, Docente di Letteratura italiana nelle
Università di Bari e Lecce, è una raccolta di storie brevi, narranti vite ed epoche diverse, unite da un anelito
leggero, da un afflato caldo e silente. Nei sortilegi della narrazione, la vita
prende forma consumando brevi le storie della giovane Lucia Lombardi,
dell’estroversa Norma Mareschi, di Liala la sognatrice, della selvaggia Pupa
folle per la guerra e per l’amore … l’amore senza confini della bella Gaia,
simbolo dell’ospitalità salentina, della spontanea apertura alla vita, senza
pregiudizi né razzismi. Sullo sfondo appare spesso il Salento, rivissuto
nell’evocazione dei suoi profumi, delle sue primavere eccelse. È il ricordo a
dominare la narrazione di questo prezioso volume. L’autrice, memore della
lezione proustiana confessa nella prefazione al testo “non si può avere il
senso delle ‘persone reali’ senza l’ausilio della memoria e dell’immaginazione”
… e l’imago diviene ricerca stessa della storia, dei propri ricordi, le radici
dalle quali suggere la sapienza della vita. Ogni piccola storia è la Storia
del mondo. Riappropriarsi della “memoria storica, apparentemente perduta” è una
necessità. Ecco Lina Iannuzzi parlare di tracce, le tracce “di una
meridionalità antropologica, come universo di miti, di cultura e come spoglie
di un retaggio esistenziale ricco di umanità, di semplicità”: un dono da
offrire soprattutto ai giovani, affinché possano “nutrirsene”. Queste sono le tracce di
Pitagora, la cui antica dottrina rimanda a valori mai sepolti, dimenticati a
volte, ma non morti: “il sentimento della famiglia, l’iniziazione della donna
all’amore che dovrebbe guidare al meglio l’umanità, la difesa dei deboli”.
Rievocare il filosofo e la sua giovane e bella sposa, Teano, è un atto d’amore
per il prossimo, per la Storia, per la memoria del mondo, per la vita dei
piccoli eroi di ogni giorno.
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