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La difficile posizione di Veltroni |
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Il leader del PD tra incudine e martello (senza falce) Non ha sorpreso l’assenza di
qualche rappresentante del PD alla manifestazione organizzata da Di Pietro
contro il Governo lo scorso 8 luglio. I toni sono stati particolarmente
violenti e non sono mancati attacchi personali contro alcuni esponenti
dell’esecutivo. La campagna elettorale di Veltroni si era invece
contraddistinta per la volontà di condurre un confronto politico leale,
moderato nei toni e misurato nelle parole, anche in prospettiva delle prossime
riforme su cui maggioranza e opposizione dovranno trovare dei punti di
convergenza. In questo periodo di tensioni e
polemiche si è avuta l’impressione che l’opposizione sia guidata da due leader,
Veltroni e Di Pietro, senza una strategia condivisa. Giuliano Ferrara, dalle
pagine del settimanale Panorama, ha acutamente descritto la parabola
discendente del segretario del PD individuandone le cause anche nel
condizionamento esercitato dall’ex pm, il quale sta vedendo crescere sempre di
più il proprio consenso. Il suo modo di fare opposizione, duro e intransigente,
pare stia avvicinando al suo movimento anche parte dell’elettorato della sinistra
radicale rimasto senza rappresentanza in Parlamento. Si tratta di una
conseguenza quasi inevitabile, dal momento che questi elettori considerano
Veltroni il principale responsabile della spaccatura della sinistra e della
sconfitta elettorale della sua anima più critica. Inoltre, se da un lato il
comportamento di Veltroni appare ineccepibile sotto il profilo della
responsabilità istituzionale, dall’altro, è pur vero come non tutto il suo
elettorato stia condividendo questa scelta. Una conferma di questo nuovo
“trend”, seppure di carattere simbolico, può aversi proprio in riferimento alla
manifestazione dell’8 luglio: a piazza Navona, oltre alle bandiere dell’IDV,
sventolavano anche alcune bandiere rosse, mentre tra i partecipanti c’erano
anche gruppi di elettori del PD. Questa la situazione nella piazza, sotto il
palco, speculare a quella sul palco, dove sono intervenuti esponenti del mondo
politico e culturale che finora non erano mai stati così vicini all’Italia dei
valori. È evidente come gli equilibri all’interno
del PD stiano cambiando: la leadership di Veltroni appare fortemente in
pericolo. In disaccordo con le politiche del Governo, delusi dal modo di fare
opposizione, gli elettori del centrosinistra sembrano sempre più considerare Di
Pietro “l’uomo nuovo” in grado di farsi interprete delle loro esigenze ed
aspettative, dimenticando, al contrario, come sia stato proprio Walter Veltroni
uno degli artefici del cambiamento del sistema politico italiano. Un sistema
imperfetto, certamente, tuttavia, rispetto al passato, più semplice e in grado
di realizzare interventi più immediati ed efficaci.
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