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Il CaLIBRO/ Lettere da un "salotto": storia d'amore d'altri tempi

  
di Carlo STASI

Il Carteggio Tenca – Maffei nella Milano Risorgimentale a cura di Lina Iannuzzi

 Il Carteggio Tenca – Maffei nella Milano Risorgimentale a cura di Lina Iannuzzi

 

Nel 1973 Lina Iannuzzi pubblicava presso l’editore Ceschina i tre volumi del carteggio tra due protagonisti del risorgimento milanese ed italiano, quello tra Clara Maffei e Carlo Tenca.

A 35 anni di distanza l’editore Guida di Napoli ripropone Il Carteggio Tenca-Maffei (storia letteratura e arte nell’Italia del Risorgimento) curato da Lina Iannuzzi, docente presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Lecce ed autrice di numerosi volumi di saggistica principalmente, ma non solo, su Giovanni Verga.

Clara Carrara Spinelli (Bergamo 1814 - Milano 1886) che aveva sposato il letterato Andrea Maffei, da cui si separò nel 1846 (mantenendo però il cognome), si legò a Carlo Tenca, col quale partecipò alle 5 giornate di Milano (1848) e andò esule in Svizzera. Tornata a Milano vi tenne un celebre salotto frequentato da patrioti, artisti e letterati tra cui appunto Carlo Tenca (Milano 1816 - 1883).

Carlo Tenca fu tra i protagonisti delle 5 giornate di Milano (1848), e, dopo quell’esperienza, continuò a propugnare gli ideali risorgimentali, collaborò a vari periodici, fondò e diresse (1850-9) Il crepuscolo, su cui auspicava la sprovincializzazione della letteratura italiana. Con l’Unità d’Italia (1860) divenne deputato della destra per 6 legislature (1860-80). I suoi interventi furono raccolti in Prose e poesie (2 voll. 1888) che include poesie italiane e dialettali ed il romanzo storico La ca’ dei cani: cronaca milanese del sec. XVI (1840).

Nel carteggio curato dalla Iannuzzi è possibile seguire l’evoluzione politica di Tenca, che con l’Unità d’Italia aveva sperato in una grande nazione, ma che dal 1876 si allontana dalle beghe del Parlamento e si lamenta dell’appiattimento politico, degli intrighi, del caos, della crisi delle destre che porterà in quello stesso anno al potere le sinistre guidate da Depretis. Tenca inoltre si lamenta del giornalismo del suo tempo che puntava al pettegolezzo pur di vendere (o tempora o mores!), si lamenta con Clara quando ritarda a scrivergli, ecc.

Se il volume ripercorre la vicenda umana dei due protagonisti attraverso le loro lettere, aprendo un interessante squarcio nella loro vita privata (permettendo di scandagliare il loro rapporto sentimentale) per circa 40 anni (dal 1840 al 1880), forse la parte più interessante del volume è quella sulla vita “pubblica” dei due, sui loro rapporti esterni, quella che consente di ricostruire anche l’humus politico e culturale di una città, Milano, che si avviava a diventare centro propulsore della vita culturale italiana.

Difficile riassumere in questa sede i tanti spunti che il libro, sotto l’abile regia della Iannuzzi, propone. Infatti scorrendo le lettere ci si imbatte nei tanti personaggi che passano per il Salotto Maffei, in nomi che hanno fatto la storia della cultura italiana da Arrigo Boito a Manzoni, a Prati ed Aleardi, a Giuseppe Verdi.

Per far capire con un solo esempio l’importanza del ruolo ricoperto dalla Maffei e dal suo “salotto” basti parlare del suo rapporto con Giuseppe Verdi. Se la contessa ospitava spesso nel palazzo di famiglia di Clusone di Bergamo il musicista, questi, da Busseto, dove si era ritirato a fare “il muratore” per non pensare alla musica, la invitava ad andare a trovarlo (lettera del 1872). Ma Clara aveva fatto di più, aveva organizzato un incontro tra Giuseppina Strepponi (moglie di Verdi) e Manzoni, ed era riuscita a far tornare Verdi a Milano ed a comporre. È noto come l’orgoglioso Verdi si sentisse “piccolo” davanti al Manzoni per il quale nutriva venerazione al punto che alla sua morte scriverà la sua famosa splendida Messa da Requiem.

 

L’autrice Lina Iannuzzi

 

Lina Iannuzzi, nata a Pescia (Pistoia), ha studiato a Bari dove si è laureata in Lettere moderne. Ha svolto la propria attività di docente di Letteratura italiana prima negli Istituti di istruzione secondaria, poi nella Facoltà di Lingue dell’Università di Bari e in quella di Magistero dell’Università di Lecce.

I suoi interessi, rivolti inizialmente allo studio della cultura scandinava e a questioni di letteratura comparata, si sono venuti poi orientando verso la letteratura italiana dalla seconda metà del secolo XIX a oggi. Ha scritto così doversi saggi sul giornalismo lombardo dell’Ottocento, sulla storiografia letteraria del Tenca e ancora sulla narrativa di scrittori moderni e contemporanei. Ha curato le edizioni commentate della Rivoluzione in casa di Luigia Codèmo, degli scritti di Nicola Misasi, del Teatro inedito del Verga e del Teatro di Fabrizio Colamussi. Altri suoi studi in volume sono: il ‘Crepuscolo’ e la cultura lombarda dell’Ottocento (1966); il carteggio Tenca-Maffei, voll.3 (1973); Eugenio Camerini: dieci anni di vita letteraria in Piemonte, 1850-1859 (1977); Giovanni Verga: prove d’autore (1983); Fabrizio Colamussi (1990); Verga e il teatro europeo (1977); Sul primo Verga (1995); La rima gigante di Verga (1997); D’Annunzio (Primo vere), (1999); Una storia del Novecento (2002); Sulle tracce di Pitagora (2005).

 

 

 

 


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