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VII edizione de "La Farsura", le ricette del Marchese
  
 

VIII edizione de “La Farsura”

Nel XII secolo si conoscevano e si mangiavano 23 tipi diversi di verdure. Scomparso l’habitat naturale è sempre più difficile trovare erbe spontanee, occorre coltivarle. Anche la sapienza del cibo, antica conoscenza che va smarrendosi, occorre imparare a coltivare, custodire. Botrugno questa tensione la avverte già da sette anni, tante sono le edizioni de “La Farsura”, inclusa quella svoltasi il 29 luglio scorso. Era detta “farsura” un’antica pentola in rame in cui si cucinavano i cibi, ricette antiche che oggi vengono tramandate proprio grazie alla manifestazione che da quella pentola prende il nome. È una tradizione che gli amministratori di Botrugno hanno voluto recuperare, e quanto forte sia la loro convinzione e l’orgoglio che questo evento suscita lo si può anche solo rilevare dall’impegno che l’assessore alle Attività produttive Antonio Colella vi trasfonde ogni anno per organizzarlo.

Vive un alone di mistero intorno al grande Palazzo Marchesale di Botrugno, grande più di ogni altro palazzo che il Salento conosca, persino più grande del Castello Carlo V in Lecce. Ancora non si è capito bene perché un tale imponente edificio sia sorto proprio in una comunità piccola come quella botrugnese, che in origine non era che campagna e pochi fuochi di vita. Tra i preziosi documenti rinvenuti che riguardano questo splendido edificio, ricco di numerosissime stanze (oltre 100) tutte riccamente affrescate, vi è il cosiddetto “giornale delle cibarie” nel quale sono elencate con puntigliosa precisione quantità e qualità di cibi che i Castriota Scanderberg, marchesi di Botrugno in Terra d’Otranto, consumarono nel corso dell’anno 1822.

È proprio a partire da questo singolare documento che la comunità botrugnese ha preso consapevolezza del proprio patrimonio culturale che oggi si sforza di non smarrire: quello dell’arte culinaria, delle “ricette del marchese”. Sicché anche in questa edizione 2006 de “La Farsura” non è mancato l’incontro culturale, dominato dal tema “Erbe in cucina”, al quale hanno preso parte, oltre al Primo cittadino di Botrugno Silvano Macculi e l’assessore Colella, il cuoco umanista Antonio Cretì, il giornalista Rai Tito Manlio Altomare, il governatore regionale di Slow Food Antonello Del Vecchio ed il direttore dell’Azienda Agricola San Demetrio di Specchia Enrico Vincenti.

Tra le strade che costeggiano il Palazzo e all’interno di questo, nel graziosissimo giardino ottocentesco, si sono potuti degustare prodotti tipici locali, dolci per i più golosi, vini salentini e pietanze preparate sulla base di ricette inedite del cuoco Cretì che hanno aggiunto particolare originalità a questa ormai consolidata manifestazione.

va.br.

 

 

 


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