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Decreto Bersani |
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Dopo anni sembra aprirsi una fase in cui le
aperture al mercato possono davvero comportare un miglioramento per cittadini e
consumatori. Il decreto vuole “rimuovere i più evidenti ostacoli alla
concorrenza”, mettendo fine a diversi elementi di corporativismo che andavano a
tutto discapito dell’efficienza e delle tasche degli italiani. Ordini professionali - Decisamente più
significativa, la decisione di abolire i tariffari degli ordini professionali,
che finora hanno deciso i prezzi minimi da soli, imponendoli a clienti che,
oltretutto, devono necessariamente rivolgersi a professionisti riconosciuti per
una vasta serie di attività: una situazione di evidente asimmetria, che ha
privilegiato un certo arroccamento degli ordini, spesso più interessati a
tutelare i tariffari che a promuovere la qualità. Sempre in questa direzione,
va anche la decisione di abolire l’obbligo della registrazione notarile per il
passaggio di proprietà dell’auto, aggravio burocratico e monetario sostanzialmente
inutile. Commercio - Viene abrogata la
legge del 1956 che poneva un limite quantitativo alla produzione di pane e al
numero dei panifici nei singoli comuni e prevedeva, inoltre, un regime
autorizzatorio in capo alle Camere di Commercio. L’unico settore produttivo che
ancora presentava barriere all’entrata sarà completamente liberalizzato. Da
adesso in poi per aprire un panificio basterà presentare una dichiarazione di
inizio attività (Dia) al Comune con l’attestazione del possesso dei requisiti
igienico-sanitari, urbanistici e ambientali.
Licenze taxi- Un’altra rendita di posizione eliminata
è quella delle licenze taxi, che saranno gestite dai Comuni attraverso concorsi
pubblici o riservati, rendendole nominali e aperte. Comuni che avranno anche
più poteri per la gestione del trasporto pubblico, si spera con un sostanziale
incremento dell’efficienza e della copertura. Molto significative infine
alcune riforme a carico degli esercizi commerciali. 1) Si eliminano i requisiti
professionali eventualmente previsti da leggi regionali per l’apertura di
esercizi commerciali operanti in settori diversi da quello alimentare. 2) si sopprime il parametro
della distanza minima tra un esercizio ed un altro (norma ritenuta dalla
dottrina fortemente restrittiva della concorrenza) ai fini della concessione
dell’autorizzazione all’apertura di una determinata attività commerciale; 3) scompare ogni forma di
limitazione, fissata per legge o per via amministrativa, alla libera scelta
dell’imprenditore di determinare l’assortimento merceologico del proprio
esercizio commerciale, ritenuto più idoneo a soddisfare le esigenze dei
consumatori; 4) si cancellano i divieti
generali, parziali o di limitazioni di ordine temporale per l’effettuazione di
vendite promozionali scontate all’interno dei singoli esercizi commerciali,
fatta eccezione delle tradizionali vendite di fine stagione e delle vendite
sottocosto.
*Dottore Commercialista
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