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L'Italia del terzo millennio
  
di Francesco CACCETTA

L’Italia dello sensazionalismo, dello scandalismo, del colpo ad effetto, della continua effervescenza, prosegue il suo cammino verso il futuro

L’Italia del sensazionalismo, dello scandalismo, del colpo ad effetto, della continua effervescenza, prosegue il suo cammino verso il futuro con un passo che non sembra conoscere ostacoli. Non vi è giorno ormai senza stupefacenti notizie di eventi delittuosi, di trame finanziarie, di raggiri, di episodi singoli od organizzati di malcostume, di illegalità più o meno eclatanti, di favoritismi e di abusi di potere.

Non passa giorno senza proclami di importanti uomini politici sul futuro del nostro Paese, sulle colpe del passato, sulle responsabilità altrui. Non passa giorno senza ingiurie ed offese reciproche fra partiti e coalizioni, senza accuse di cattiva gestione, di malgoverno, senza insulti pesanti, senza recriminazioni, senza delegittimazioni continue. Scenari di povertà, di dissolvimento delle istituzioni, di isolamento internazionale, di decadimento generale, che vengono offerti ogni giorno senza tregua, con troppa facilità. Parole al vento disseminate senza alcun senso di responsabilità, senza alcun briciolo di onestà intellettuale. Colpi di scena a gettito continuo. Prime pagine di quotidiani  che preoccupano, che fanno riflettere. Ogni giorno lanci d’agenzia, informazioni giornalistiche, inchieste giudiziarie, avvisi di garanzia, carcerazioni, tra disgrazie e trionfi calcistici, fra ubriacature di piazza e proclami d’innocenza, fra invettive ed invocazioni di buonismo. … …

 

È questo lo scenario dell’Italia che ci viene offerto tutti i giorni. Donnette, mazzette, tangenti, intercettazioni e pedinamenti che scandiscono ormai la nostra quotidianità con un ritmo ossessivo di sottofondo. Teste coronate, prelati di alto livello, politici di vecchia e nuova dignità, politici di razza, arbitri ed uomini di sport, manager d’impresa, finanzieri, luogotenenti di affari, ruffiani e faccendieri, millantatori ed arguti procacciatori, militari, spioni, giornalisti, stelline, veline e vallette, tutti presenti all’appello dell’Italia di oggi. Una visione che crea sconcerto, uno sguardo d’insieme allarmante che non rende certo onore a quella maggioranza di italiani, a quel tessuto umano vivo e vitale, onesto e laborioso, che costituisce la struttura portante del nostro paese. Protagonista di oggi è invece un’Italia nascosta e misteriosa che affiora quasi d’incanto all’improvviso. Un’Italia brutta e sciatta, che si scopre sempre più povera di virtù, sempre più intrisa di commistioni poco chiare, poco pulite, sempre più contraddistinta da cunicoli ed anfratti che disegnano nel loro insieme percorsi dall’incerto significato, dalle molteplici e non sempre facili letture. Oggi un nuovo scandalo, domani un altro, scandali a ripetizione, scandali a domanda, scandali a richiesta. Un marcio stratificato. Una giostra continua, notizie roboanti che si rincorrono, che si inseguono, che stupiscono e stordiscono.

Notizie a volte impensabili, di quelle che scuotono le fondamenta dei palazzi. Notizie che lasciano increduli e accendono la fantasia di molti, che inducono a facili dietrologie. Notizie da prima pagina, nuovi nomi, nuovi volti, nuove storie, vecchie storie, vecchi tormentoni. Nuove indagini, nuovi intrighi, nuove intercettazioni, nuovi resoconti giornalistici. Nuovi terremoti. Nuovi settori dello stato che vengono colpiti ed interessati. Nuovi ambiti che si offrono all’attenzione pubblica. Oggi è di scena l’affair dei servizi segreti italiani, il caso del rapimento di Abu Omar. Un caso nuovo aperto dalla magistratura milanese, complesso e delicatissimo per diversi aspetti. Innanzitutto per il coinvolgimento dei nostri apparati di sicurezza in un’azione di antiterrorismo internazionale che ha sollevato molteplici dubbi di legalità, per i rapporti, definiti fin troppo subalterni, con l’intelligence americana, ma anche per i rapporti politici e diplomatici e per le ripercussioni con l’amministrazione degli Stati Uniti, per un eventuale avallo politico dell’Italia ad una operazione di intelligence per molti aspetti fuori dall’ordinario, per la possibilità dell’esistenza di diverse strutture dei nostri servizi sganciate dai normali e regolari assetti istituzionali. Ma non solo. Vengono alla luce rapporti intensissimi, e di lunga durata, di validi giornalisti italiani con i servizi segreti, si scoprono faldoni di schedature di uomini politici, di giornalisti di primo piano. Vengono messi sul tavolo della discussione il delicato rapporto fra magistratura, organi di polizia e servizi segreti, le ingerenze fra servizi, le coperture, gli avalli, il ruolo stesso degli apparati di intelligence.  Si apre così un nuovo capitolo dagli esiti niente affatto prevedibili. Sono in carcere figure di primissimo piano dei nostri apparati di sicurezza. È  in gioco ancora una volta la solidità e la credibilità di uno fra i più importanti e strategici corpi dello stato. Cosa succede dunque Italia? Un palazzo che sembra sgretolarsi e ripiegarsi su se stesso sotto la spinta e l’impulso di innumerevoli scandali.

È dunque questa l’Italia che ereditiamo dal tanto enfatizzato e martoriato ventesimo secolo, da quel Novecento tanto decantato e tanto vituperato? È questa l’Italia del terzo millennio? Una concatenazione di eventi che si sono succeduti in maniera così repentina da lasciar pensare se è reale la presentazione di questa Italia sbattuta in prima pagina senza pietà, se l’Italia è una nazione ancora piena di misteri, di verità non rivelate, di intrighi nascosti, di disegni poco nobili, di continui veleni. Se esiste davvero questa Italia, se è questa la fotografia più veritiera della nostra nazione. Se non vi sia qualche interesse a dipingere diversamente la realtà, a mettere sotto scacco settori ed uomini fondamentali dello Stato. Se è funzionale ad altro questa micidiale concatenazione giudiziaria che si sta abbattendo incessantemente sull’Italia in questo ultimo periodo.  Cosa succede Italia?

 

 

 


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