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L'Italia del terzo millennio |
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L’Italia del sensazionalismo, dello scandalismo, del colpo
ad effetto, della continua effervescenza, prosegue il suo cammino verso il
futuro con un passo che non sembra conoscere ostacoli. Non vi è giorno ormai
senza stupefacenti notizie di eventi delittuosi, di trame finanziarie, di
raggiri, di episodi singoli od organizzati di malcostume, di illegalità più o
meno eclatanti, di favoritismi e di abusi di potere. Non passa giorno senza proclami di importanti uomini
politici sul futuro del nostro Paese, sulle colpe del passato, sulle
responsabilità altrui. Non passa giorno senza ingiurie ed offese reciproche fra
partiti e coalizioni, senza accuse di cattiva gestione, di malgoverno, senza
insulti pesanti, senza recriminazioni, senza delegittimazioni continue. Scenari
di povertà, di dissolvimento delle istituzioni, di isolamento internazionale,
di decadimento generale, che vengono offerti ogni giorno senza tregua, con
troppa facilità. Parole al vento disseminate senza alcun senso di
responsabilità, senza alcun briciolo di onestà intellettuale. Colpi di scena a
gettito continuo. Prime pagine di quotidiani
che preoccupano, che fanno riflettere. Ogni giorno lanci d’agenzia,
informazioni giornalistiche, inchieste giudiziarie, avvisi di garanzia,
carcerazioni, tra disgrazie e trionfi calcistici, fra ubriacature di piazza e
proclami d’innocenza, fra invettive ed invocazioni di buonismo. … … È questo lo scenario dell’Italia che ci viene offerto
tutti i giorni. Donnette, mazzette, tangenti, intercettazioni e pedinamenti che
scandiscono ormai la nostra quotidianità con un ritmo ossessivo di sottofondo.
Teste coronate, prelati di alto livello, politici di vecchia e nuova dignità,
politici di razza, arbitri ed uomini di sport, manager d’impresa, finanzieri,
luogotenenti di affari, ruffiani e faccendieri, millantatori ed arguti
procacciatori, militari, spioni, giornalisti, stelline, veline e vallette,
tutti presenti all’appello dell’Italia di oggi. Una visione che crea sconcerto,
uno sguardo d’insieme allarmante che non rende certo onore a quella maggioranza
di italiani, a quel tessuto umano vivo e vitale, onesto e laborioso, che
costituisce la struttura portante del nostro paese. Protagonista di oggi è
invece un’Italia nascosta e misteriosa che affiora quasi d’incanto
all’improvviso. Un’Italia brutta e sciatta, che si scopre sempre più povera di
virtù, sempre più intrisa di commistioni poco chiare, poco pulite, sempre più
contraddistinta da cunicoli ed anfratti che disegnano nel loro insieme percorsi
dall’incerto significato, dalle molteplici e non sempre facili letture. Oggi un
nuovo scandalo, domani un altro, scandali a ripetizione, scandali a domanda,
scandali a richiesta. Un marcio stratificato. Una giostra continua, notizie
roboanti che si rincorrono, che si inseguono, che stupiscono e stordiscono. Notizie a volte impensabili, di quelle che scuotono le
fondamenta dei palazzi. Notizie che lasciano increduli e accendono la fantasia
di molti, che inducono a facili dietrologie. Notizie da prima pagina, nuovi
nomi, nuovi volti, nuove storie, vecchie storie, vecchi tormentoni. Nuove
indagini, nuovi intrighi, nuove intercettazioni, nuovi resoconti giornalistici.
Nuovi terremoti. Nuovi settori dello stato che vengono colpiti ed interessati.
Nuovi ambiti che si offrono all’attenzione pubblica. Oggi è di scena l’affair
dei servizi segreti italiani, il caso del rapimento di Abu Omar. Un caso nuovo
aperto dalla magistratura milanese, complesso e delicatissimo per diversi
aspetti. Innanzitutto per il coinvolgimento dei nostri apparati di sicurezza in
un’azione di antiterrorismo internazionale che ha sollevato molteplici dubbi di
legalità, per i rapporti, definiti fin troppo subalterni, con l’intelligence
americana, ma anche per i rapporti politici e diplomatici e per le
ripercussioni con l’amministrazione degli Stati Uniti, per un eventuale avallo
politico dell’Italia ad una operazione di intelligence per molti aspetti fuori
dall’ordinario, per la possibilità dell’esistenza di diverse strutture dei
nostri servizi sganciate dai normali e regolari assetti istituzionali. Ma non
solo. Vengono alla luce rapporti intensissimi, e di lunga durata, di validi
giornalisti italiani con i servizi segreti, si scoprono faldoni di schedature
di uomini politici, di giornalisti di primo piano. Vengono messi sul tavolo
della discussione il delicato rapporto fra magistratura, organi di polizia e
servizi segreti, le ingerenze fra servizi, le coperture, gli avalli, il ruolo
stesso degli apparati di intelligence.
Si apre così un nuovo capitolo dagli esiti niente affatto prevedibili.
Sono in carcere figure di primissimo piano dei nostri apparati di sicurezza.
È in gioco ancora una volta la solidità
e la credibilità di uno fra i più importanti e strategici corpi dello stato.
Cosa succede dunque Italia? Un palazzo che sembra sgretolarsi e ripiegarsi su
se stesso sotto la spinta e l’impulso di innumerevoli scandali. È dunque questa l’Italia che ereditiamo dal tanto
enfatizzato e martoriato ventesimo secolo, da quel Novecento tanto decantato e
tanto vituperato? È questa l’Italia del terzo millennio? Una concatenazione di
eventi che si sono succeduti in maniera così repentina da lasciar pensare se è
reale la presentazione di questa Italia sbattuta in prima pagina senza pietà,
se l’Italia è una nazione ancora piena di misteri, di verità non rivelate, di
intrighi nascosti, di disegni poco nobili, di continui veleni. Se esiste
davvero questa Italia, se è questa la fotografia più veritiera della nostra
nazione. Se non vi sia qualche interesse a dipingere diversamente la realtà, a
mettere sotto scacco settori ed uomini fondamentali dello Stato. Se è
funzionale ad altro questa micidiale concatenazione giudiziaria che si sta
abbattendo incessantemente sull’Italia in questo ultimo periodo. Cosa succede Italia?
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