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Bene pubblico … O il bene è di chi governa? |
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Emendamento che sospende i
processi penali: per il CSM è anticostituzionale Chi ha il dono di governare un
Paese dovrebbe agire in vista del benessere dei cittadini. E non del proprio
tornaconto personale. Allora qualcuno ci spieghi cosa c’entra con il bene
pubblico una ex soubrette elevata al soglio di Ministro delle Pari Opportunità.
O ancora un decreto salva-Rete4, subito ritirato. Per non parlare poi
dell’emendamento che sospende i processi penali relativi a fatti commessi fino
al 30 giugno 2002, che si trovino in uno stato compreso tra la fissazione
dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado. Questa
sospensione riguarda anche un processo in cui è coinvolto l’attuale Presidente
del Consiglio, accusato di corruzione in atti giudiziari in un vorticoso giro
di fondi neri e società offshore. David Mills sarebbe stato lautamente pagato
per dichiarare il falso, e omettere, in sede di interrogatorio, tutti i
passaggi di cui era a conoscenza. L’emendamento in questione è stato introdotto
nel decreto-sicurezza in mancanza dei requisiti di necessità e urgenza, che
permettono il ricorso ad un tale strumento normativo. Con buona pace delle
argomentazioni e delle giustificazioni degli avvocati di chi governa, che ora
siedono tutti in Parlamento. Peccato che il cavallo di Caligola, reso senatore,
non aveva il dono della parola, altrimenti lo avrebbe difeso a spada tratta
sempre e comunque, trasformando la sua conclamata insanità mentale in “genio e
sregolatezza”. L’opposizione, dopo il riposo
degli sconfitti, sembrava essere tornata a svolgere il suo ruolo. Fuoco di
sbarramento in tv e sulla stampa. E dall’altra parte la compagine governativa
ha risposto con un duro attacco alle toghe politicizzate, ai giudici comunisti
e sovversivi che mettono in pericolo la democrazia. La maggior parte dell’opinione
pubblica, in tutto questo marasma, era sulle spiagge ad abbronzarsi. Il
Consiglio Superiore della Magistratura che ha tra le sue funzioni quella di dare
pareri sui provvedimenti legislativi che riguardano il funzionamento della
giustizia è stato a sua volta vittima di un attacco senza precedenti da parte
dei media di proprietà di chi ci governa. Chi ha ascoltato con attenzione i tg
del weekend delle tre reti Mediaset avrebbe potuto scambiare facilmente il CSM
per un covo di gente di malaffare. Finalmente il parere del CSM è arrivato,
anche se nel momento in cui si scrive è in fase di revisione. A quanto pare
l’emendamento ha tutti i crismi dell’incostituzionalità, ma le toghe vogliono
andare oltre questo scontro tra istituzioni e propongono di ritirare il
suddetto emendamento, che potrebbe creare solo ulteriore caos e inceppare la
già appesantita macchina giudiziaria, in cambio di una sorta di immunità per le
più alte cariche dello Stato, le cui eventuali pendenze giudiziarie verrebbero
bloccate durante il mandato istituzionale. L’immunità riguarderebbe il
Presidente della Repubblica, i Presidenti di Senato e Camera, il Presidente del
Consiglio e il Presidente della Corte Costituzionale. In molti ritengono anche
l’immunità per alcuni un qualcosa di
incostituzionale, un’ulteriore difesa della casta. Il problema è a monte. Chi ha
procedimenti giudiziari a carico non dovrebbe ricoprire cariche pubbliche di cotanto
spessore. E sorge spontaneo chiedersi dov’era il governo di centro-sinistra nei
due anni passati, e perché non ha avviato una discussione matura su questo
problema. Stiamo tornando ad essere il paese dei condoni, il paese che sana ex
post le situazioni di fatto, lecite e meno lecite. Assicurando, così, una
tutela effettiva all’illegalità e al disordine. L’eventuale immunità-impunità
ha anche trovato favorevole il capogruppo dei senatori del PD, la sicula
Finocchiaro. Pari e patta. Tutti felici e contenti. L’affascinante senatrice
dovrebbe però spiegare a noi increduli se davvero questa immunità riguarda il
bene pubblico, o è solo un provvedimento a salvaguardia degli interessi di chi
governa.
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