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Bene pubblico … O il bene è di chi governa?
  
di Lucio LUSSI

BENE PUBBLICO

Emendamento che sospende i processi penali: per il CSM è anticostituzionale

 

Chi ha il dono di governare un Paese dovrebbe agire in vista del benessere dei cittadini. E non del proprio tornaconto personale. Allora qualcuno ci spieghi cosa c’entra con il bene pubblico una ex soubrette elevata al soglio di Ministro delle Pari Opportunità. O ancora un decreto salva-Rete4, subito ritirato. Per non parlare poi dell’emendamento che sospende i processi penali relativi a fatti commessi fino al 30 giugno 2002, che si trovino in uno stato compreso tra la fissazione dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado. Questa sospensione riguarda anche un processo in cui è coinvolto l’attuale Presidente del Consiglio, accusato di corruzione in atti giudiziari in un vorticoso giro di fondi neri e società offshore. David Mills sarebbe stato lautamente pagato per dichiarare il falso, e omettere, in sede di interrogatorio, tutti i passaggi di cui era a conoscenza. L’emendamento in questione è stato introdotto nel decreto-sicurezza in mancanza dei requisiti di necessità e urgenza, che permettono il ricorso ad un tale strumento normativo. Con buona pace delle argomentazioni e delle giustificazioni degli avvocati di chi governa, che ora siedono tutti in Parlamento. Peccato che il cavallo di Caligola, reso senatore, non aveva il dono della parola, altrimenti lo avrebbe difeso a spada tratta sempre e comunque, trasformando la sua conclamata insanità mentale in “genio e sregolatezza”.

L’opposizione, dopo il riposo degli sconfitti, sembrava essere tornata a svolgere il suo ruolo. Fuoco di sbarramento in tv e sulla stampa. E dall’altra parte la compagine governativa ha risposto con un duro attacco alle toghe politicizzate, ai giudici comunisti e sovversivi che mettono in pericolo la democrazia.

La maggior parte dell’opinione pubblica, in tutto questo marasma, era sulle spiagge ad abbronzarsi. Il Consiglio Superiore della Magistratura che ha tra le sue funzioni quella di dare pareri sui provvedimenti legislativi che riguardano il funzionamento della giustizia è stato a sua volta vittima di un attacco senza precedenti da parte dei media di proprietà di chi ci governa. Chi ha ascoltato con attenzione i tg del weekend delle tre reti Mediaset avrebbe potuto scambiare facilmente il CSM per un covo di gente di malaffare. Finalmente il parere del CSM è arrivato, anche se nel momento in cui si scrive è in fase di revisione. A quanto pare l’emendamento ha tutti i crismi dell’incostituzionalità, ma le toghe vogliono andare oltre questo scontro tra istituzioni e propongono di ritirare il suddetto emendamento, che potrebbe creare solo ulteriore caos e inceppare la già appesantita macchina giudiziaria, in cambio di una sorta di immunità per le più alte cariche dello Stato, le cui eventuali pendenze giudiziarie verrebbero bloccate durante il mandato istituzionale. L’immunità riguarderebbe il Presidente della Repubblica, i Presidenti di Senato e Camera, il Presidente del Consiglio e il Presidente della Corte Costituzionale. In molti ritengono anche l’immunità per alcuni un qualcosa di incostituzionale, un’ulteriore difesa della casta.

Il problema è a monte. Chi ha procedimenti giudiziari a carico non dovrebbe ricoprire cariche pubbliche di cotanto spessore. E sorge spontaneo chiedersi dov’era il governo di centro-sinistra nei due anni passati, e perché non ha avviato una discussione matura su questo problema. Stiamo tornando ad essere il paese dei condoni, il paese che sana ex post le situazioni di fatto, lecite e meno lecite. Assicurando, così, una tutela effettiva all’illegalità e al disordine. L’eventuale immunità-impunità ha anche trovato favorevole il capogruppo dei senatori del PD, la sicula Finocchiaro. Pari e patta. Tutti felici e contenti. L’affascinante senatrice dovrebbe però spiegare a noi increduli se davvero questa immunità riguarda il bene pubblico, o è solo un provvedimento a salvaguardia degli interessi di chi governa.

 

 

 


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