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Estate brindisina
Molta improvvisazione, scarsa programmazione   
di Sergio PESCHIULLI

Spett Quotidiano

“Brindisi offre l’immagine di una città ricca di inespresse potenzialità tanto nel campo del turismo quanto in quello della capacità di esibire e valorizzare le sue stesse bellezze architettoniche e monumentali. Un Comune non deve solo proporre cultura (e cioè offrire ai suoi cittadini occasioni culturali non episodiche), ma deve attrezzarsi per essere una struttura di servizio, deve intervenire nella produzione e nella promozione delle condizioni necessarie perché la cultura possa nascere, manifestarsi e diffondersi in termini di fruizione di massa nelle generazioni presenti ed essere tramandata a quelle future”. Così si esprimeva il sindaco On. Domenico Mennitti nel suo volume -Brindisi, una nuova idea di città - durante la passata campagna elettorale, dove proponeva una idea assai moderna di cultura quale fattore di sviluppo del territorio e volano di progresso della collettività, valorizzando le risorse e invertendo il processo di decadimento in cui vive la città.

Ebbene, per realizzare tanto il nostro sindaco si è affidato alla professionalità, alla competenza ed esperienza, scegliendo fra persone in grado di possedere i requisiti richiesti per formare la giunta comunale a cui affidare le sorti di questa città. Ma leggendo il programma dell’estate brindisina  stilato dalla giunta,  incredulità, stupore e delusione si sono intrecciate per commentare la valenza turistico-culturale degli eventi programmati. Sarebbero questi gli amministratori capaci di dare un volto nuovo alla città, il cui impegno è stato quello di elargire cospicue somme di denaro pubblico per assicurarsi “tra l’altro” diverse commedie in vernacolo che avrebbero dovuto deliziare i turisti che accorrendo in massa si sarebbero magari conteso i primi posti per assistere ed imparare il nostro dialetto? Solo perché qualcuno ha fatto notare la “grandezza” degli eventi, l’on. Mennitti ha  revocato  la delibera di giunta, approntando in poche ore un programma diverso. Ma come?, si è sempre parlato che il Turismo a Brindisi non può basarsi sull’improvvisazione, ma su una programmazione che per essere efficace richiede non solo i dovuti tempi, ma tavoli di concertazione  con enti, Associazioni, operatori del comparto, esperti del Turismo, ed ecco invece che il programma su cui l’Assessore competente sicuramente lavorava da tempo, viene in poche ore vanificato. Tutto ciò a conferma della solita e scontata programmazione che evidenzia una scarsa progettualità di idee, una  mancanza di creatività che si rende invece  necessaria per confezionare un prodotto di qualità in grado di identificare un territorio che continua a registrare profonde  umiliazioni. 

Ormai nella nostra città qualsiasi manifestazione o evento si fa passare per turistico, dalla solita sterile vetrina di vini all’anonima mostra di fotografie o al torneo di calcetto. Ci chiediamo infatti quale valenza turistica potrà avere un torneo di calcetto che invece di svolgersi su un naturale campo di calcio, occuperà lo spazio della  bella Piazza Santa Teresa, una risorsa monumentale, un  così prezioso contenitore culturale? Quali turisti faranno da spettatori? Forse gli Americani che l’Amministrazione  nei mesi scorsi ha invitato per far conoscere ed apprezzare le nostre risorse? O saranno i croceristi che dopo tanta fatica per giungere nella città si divideranno tra il calcio o la commedia in vernacolo brindisino?

Non si è ancora spento l’eco dell’importante convegno che si è tenuto sul porto, sulla capacità di sviluppo di Brindisi  intorno allo stesso. Come può il cittadino credere alla possibilità di crescita del territorio, di una città che potrebbe diventare un balcone sul Mediterraneo, così come annunciato ed auspicato negli interventi, se poi non si è capaci di realizzare un programma culturale tale da essere definito tale o lo si definisce nel giro di qualche ora.

Un suggerimento  ci sembra naturale avanzare sulla base delle parole conclusive dell’On. Mennitti  che   nel  suo proclama politico  affermava  di “sfruttare meglio, insomma, quel giacimento di beni artistici e monumentali che la nostra storia ci ha tramandato”. E allora perché insieme a Piazza Santa Teresa,  non sfruttare un altro bene monumentale,  la colonna romana che ben si adatterebbe a fungere da palo della cuccagna, invitando i cittadini a scalarla, con gli spettatori assiepati magari sulla terrazza di quella attigua  casa, illustre ma sconosciuta anche ai brindisini, quella in cui spirò il  grande poeta Virgilio?

                                                                                                                                               

 

 


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