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Estate brindisina |
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“Brindisi offre l’immagine di
una città ricca di inespresse potenzialità tanto nel campo del turismo quanto
in quello della capacità di esibire e valorizzare le sue stesse bellezze
architettoniche e monumentali. Un Comune non deve solo proporre cultura (e cioè
offrire ai suoi cittadini occasioni culturali non episodiche), ma deve
attrezzarsi per essere una struttura di servizio, deve intervenire nella
produzione e nella promozione delle condizioni necessarie perché la cultura
possa nascere, manifestarsi e diffondersi in termini di fruizione di massa
nelle generazioni presenti ed essere tramandata a quelle future”. Così si
esprimeva il sindaco On. Domenico Mennitti nel suo volume -Brindisi, una nuova
idea di città - durante la passata campagna elettorale, dove proponeva una idea
assai moderna di cultura quale fattore di sviluppo del territorio e volano di progresso
della collettività, valorizzando le risorse e invertendo il processo di
decadimento in cui vive la città. Ebbene, per realizzare tanto il
nostro sindaco si è affidato alla professionalità, alla competenza ed
esperienza, scegliendo fra persone in grado di possedere i requisiti richiesti
per formare la giunta comunale a cui affidare le sorti di questa città. Ma
leggendo il programma dell’estate brindisina
stilato dalla giunta, incredulità,
stupore e delusione si sono intrecciate per commentare la valenza
turistico-culturale degli eventi programmati. Sarebbero questi gli
amministratori capaci di dare un volto nuovo alla città, il cui impegno è stato
quello di elargire cospicue somme di denaro pubblico per assicurarsi “tra
l’altro” diverse commedie in vernacolo che avrebbero dovuto deliziare i turisti
che accorrendo in massa si sarebbero magari conteso i primi posti per assistere
ed imparare il nostro dialetto? Solo perché qualcuno ha fatto notare la
“grandezza” degli eventi, l’on. Mennitti ha
revocato la delibera di giunta,
approntando in poche ore un programma diverso. Ma come?, si è sempre parlato
che il Turismo a Brindisi non può basarsi sull’improvvisazione, ma su una
programmazione che per essere efficace richiede non solo i dovuti tempi, ma tavoli
di concertazione con enti,
Associazioni, operatori del comparto, esperti del Turismo, ed ecco invece che il
programma su cui l’Assessore competente sicuramente lavorava da tempo, viene in
poche ore vanificato. Tutto ciò a conferma della solita e scontata
programmazione che evidenzia una scarsa progettualità di idee, una mancanza di creatività che si rende
invece necessaria per confezionare un
prodotto di qualità in grado di identificare un territorio che continua a registrare
profonde umiliazioni. Ormai nella nostra città
qualsiasi manifestazione o evento si fa passare per turistico, dalla solita
sterile vetrina di vini all’anonima mostra di fotografie o al torneo di calcetto.
Ci chiediamo infatti quale valenza turistica potrà avere un torneo di calcetto
che invece di svolgersi su un naturale campo di calcio, occuperà lo spazio
della bella Piazza Santa Teresa, una
risorsa monumentale, un così prezioso
contenitore culturale? Quali turisti faranno da spettatori? Forse gli Americani
che l’Amministrazione nei mesi scorsi
ha invitato per far conoscere ed apprezzare le nostre risorse? O saranno i
croceristi che dopo tanta fatica per giungere nella città si divideranno tra il
calcio o la commedia in vernacolo brindisino? Non si è ancora spento l’eco
dell’importante convegno che si è tenuto sul porto, sulla capacità di sviluppo
di Brindisi intorno allo stesso. Come
può il cittadino credere alla possibilità di crescita del territorio, di una
città che potrebbe diventare un balcone sul Mediterraneo, così come annunciato
ed auspicato negli interventi, se poi non si è capaci di realizzare un programma
culturale tale da essere definito tale o lo si definisce nel giro di qualche
ora. Un suggerimento ci sembra naturale avanzare sulla base delle
parole conclusive dell’On. Mennitti
che nel suo proclama politico affermava
di “sfruttare meglio, insomma, quel giacimento di beni artistici e
monumentali che la nostra storia ci ha tramandato”. E allora perché insieme a
Piazza Santa Teresa, non sfruttare un
altro bene monumentale, la colonna
romana che ben si adatterebbe a fungere da palo della cuccagna, invitando i
cittadini a scalarla, con gli spettatori assiepati magari sulla terrazza di
quella attigua casa, illustre ma sconosciuta
anche ai brindisini, quella in cui spirò il
grande poeta Virgilio?
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