|
|
|
|
Fare impresa al sud: tante marce ancora da ingranare |
|
|
<L’intervento del Presidente Montezemolo è stato
entusiasmante, ci ha confortati tutti quanti, riunendo noi industriali in un
concerto di persone con un unico intento: fare azienda, economia,
benessere>. Giuseppe Maria Ricchiuto, presidente del gruppo farmaceutico ed
erboristico Specchiasol, è tornato nella sua terra per prendere parte all’Assemblea
annuale di Confindustria Lecce, svoltasi il 15 giugno scorso, in occasione del
cui ottuagenario è intervenuto ai lavori anche Luca Cordero di Montezemolo. Per
il patron Specchiasol, il Salento è casa essendo originario di Specchia, in
provincia di Lecce. Nel suo paese ha anche un incarico politico, Presidente del
Consiglio comunale, oltre ad aver realizzato un opificio (San Demetrio) per la
produzione di piante officinali. Quale occasione migliore dunque tornare a
casa, incontrare il presidente degli industriali italiani ed ospitare un amico
di lunga data. Giovanni Rana (a destra nella foto) è stato infatti suo ospite in Santa Maria di Leuca
per tutto il fine settimana. Il re del tortellino italiano ha potuto per la
prima volta conoscere il tacco d’Italia, rimasto nel mito dei suoi ricordi
infantili, di quando Mussolini auspicava il ricongiungimento territoriale
all’Africa. Sogni lontani di colonizzazione. Rimane il sogno di una Leuca
bellissima che ha saputo incanta <Conosco Rana da oltre 20 anni, stiamo insieme in
Confindustria di Verona, dove entrambi collaboriamo con grande entusiasmo a
numerose attività culturali e sociali>, racconta ad Euromediterraneo
Giuseppe Maria Ricchiuto. Il suo impegno confindustriale lo ha anche portato a
ricoprire la vicepresidenza della Fondazione per l’Arena di Verona, <è
importante che la città in cui si opera sia bella e conosciuta nel mondo,
perché anche le nostre aziende quando vanno fuori per assonanza ne assumono la
buona immagine. Questo è un motivo in più per dare il nostro contributo
fattivo. Son sicuro che a Lecce ne prenderanno spunto>. E proprio
l’assemblea degli industriali salentini, grazie alle parole e al sostegno di
Montezemolo <ha dato speranza e coraggio per proseguire il proprio lavoro e
trovare soluzioni ai problemi, aiutandoci ad uscire da una solitudine a volte
avvilente nella quale l’imprenditore si trova ad operare>. La solitudine di cui parla, dott. Ricchiuto, si riferisce
al rapporto con le istituzioni o a mancati rapporti tra imprenditori stessi? A tutto. L’imprenditore è comunque solo. Deve pensare a
come dare direttive, a pianificare, essere lungimirante, indicare la luna
stando attento a ché gli altri non guardino il dito. Ci si alza la mattino
pensando a come risolvere i problemi e nella misura in cui si riesce, si va
avanti. Lo stare invece insieme in cosa può facilitarvi? Il confronto è stimolante. Mentre in azienda si è da soli,
confrontandosi con altri imprenditori del proprio o di diversi settori, che
hanno gli stessi problemi, può aiutare a consolidare le idee o a trovarne delle
altre. Così si allontanano i dubbi, la paura di sbagliare. Confrontarsi vuol
dire trovare soluzioni. Lei è un imprenditore salentino che fa impresa sia al nord
che qui nel sud. Quali differenze riscontra tra le due realtà territoriali? Sono molto diverse. C’è un divario enorme, nella
logistica, nella mentalità del lavoro, nel rapporto con la società, con gli
enti, con le banche soprattutto, e questa è la parte più dolorosa. Al nord le
banche ti ascoltano e ti aiutano, qui ti ricevono, ti ascoltano poco e
intervengono molto meno. Secondo lei perché? A mio parere perché tutte le filiali hanno disposizione di
fare raccolta, non economia e sviluppo, e questo fa la differenza. Anche quando
un imprenditore che va lì a presentare il suo progetto e riesce ad ottenere la
collaborazione della banca, si ritrova a pagare punti alti almeno il 30-40 % in
più rispetto al nord. Dunque se Lei ha da investire – e di recente ha inaugurato
un nuovo grande stabilimento nel veronese – non ci pensa nemmeno a farlo qui. Un imprenditore lancia sempre le sfide. Sono venuto al sud
a realizzare una impresa (San Demetrio ndr) perché voglio mettermi alla prova,
vedere se sono capace di superare le avversità. Come procede? Con marce ridotte. Vorrei fossero più alte, ma non mi
sconforta perché capisco la realtà e gli scogli da superare. In questi giorni
ho potuto constatare che ci sono aziende nel Salento cresciute a livello
nazionale ed internazionale: questo mi da conforto, mi stimola, mi
inorgoglisce, e mi da la forza di andare avanti. Forse anche perché lei è salentino e ama la sua terra. Un
imprenditore del nord riuscirebbe a proseguire con altrettanta volontà? Vorrebbero, ma la nostra mentalità è diversa, lo si vede
anche nei collaboratori. Io ne ho molti e sono anche bravi, onesti,
volenterosi, ma non hanno la cultura del lavoro. Il lavoro è vita, economia,
benessere, cultura. A volte qui invece si antepone la cresima di un parente o
una partita di pallone –parlo in generale, non del mio caso specifico. Non lo
fanno per cattiveria ma perché c’è proprio questa mentalità. Il lavoro, una
volta acquisito, lo sentono come un diritto che si impegnano a mantenere ma non
a sviluppare anche i doveri. È una differenza che c’è rispetto al nord che è
fondamentale. Insomma, al sud quante marce
mancano per ingranare? Le marce ci sono, dobbiamo ingranarle.
|
|
|
|
|