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Salento, cuore del Mediterraneo
L'economia del territorio passa dal settore turistico

  
 

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Parlare di “turismo” è cosa diffusa, per certi versi abusata. Ma in un territorio che necessita di positive riprese di sviluppo ed a fronte di un incontrovertibile calo del manifatturiero che per anni ha retto le sorti economiche ed occupazionali, è un obbligo non solo guardare con spiccato interesse al settore turistico, ma ancor più scrutarne le potenzialità cercando una via per esaltarle.

Raffaele De Santis, Presidente del Consorzio Puglia Doc oltre che amministratore di uno dei più affermati complessi turistici salentini, il Villaggio Alimini 1, è da lungo tempo impegnato sul fronte turistico, promuovendo l’intero territorio pugliese anche attraverso la partecipazione alle maggiori manifestazioni internazionali.

Dott. De Santis, torniamo da Lei per parlare di turismo. Il bilancio della scorsa stagione è quantomai controverso: alcuni indicatori lo hanno dato in calo, altri ne hanno invece dichiarato la tenuta. Lei quale ritiene sia la versione più vicina alla verità?

Come sempre la verità sta nel mezzo. È vero che alcune strutture hanno risentito di un calo significativo di presenze, ma ritengo che ciò sia dovuto soprattutto alla mancanza di programmazione e di capacità di “confezionare” un prodotto turistico di buon livello qualitativo che il mercato turistico, sempre più esigente, richiede. Infatti hanno tenuto bene soprattutto quelle strutture ricettive di qualità, in particolare masserie, agriturismo e villaggi turistici.

Per lungo tempo si è parlato del “turismo” come di quel settore strategico che potrebbe risollevare le sorti economiche del nostro territorio. Oggi si torna a moderarne le potenzialità, in termini quantomeno più realistici e soprattutto effettivi a fronte di una messa a punto tuttora carente. Quale futuro ha il turismo salentino?

Il futuro del turismo nel Salento è legato sicuramente alla qualità e alla professionalità dei servizi offerti. Quel che si rende necessario è incentivare le potenzialità delle strutture turistiche, anche in termini di posti letto, destinate soprattutto ad un target di clientela medio-alta. Mancano, ad esempio, campi da golf, porti turistici, centri benessere, un capillare servizio di informazione e promozione turistica.

Non sono d’accordo con coloro che ridimensionano le potenzialità di questo settore, ma anzi sono sempre più convinto che il turismo per il Salento rappresenti la principale risorsa economica. Credo che molti non abbiano capito l’effettiva portata economica e i conseguenti benefici che questa  attività può portare a tutto il territorio, anche in considerazione del fatto che nell’area del Mediterraneo esistono poche località che abbiano le nostre attrattive: mare pulito, ambiente, arte, cultura, enogastronomia, ecc.

Consiglierei ai nostri rappresentanti istituzionali di viaggiare un po’ di più e di visitare, in particolare, il sud della Spagna dove in quest’ultimo decennio hanno potenziato l’offerta turistica al punto da occupare stabilmente il primo posto della classifica europea.

Seguendo una prospettiva più breve, quali sono le previsioni dell’andamento dell’imminente stagione?

La stagione turistica, purtroppo, è partita con oltre un mese di ritardo rispetto a quella del 2004 e le attuali previsioni non sono rosee. Ci auguriamo, comunque, che il bel tempo faccia la sua parte invogliando anche quei turisti che, a tutt’oggi, hanno preferito restare a casa.

Si parla sempre, e fin troppo ormai, di destagionalizzazione ma sono pochi coloro che operano con questo obiettivo. Bisogna lavorare per incrementare le presenze nei periodi di bassa stagione perché il Salento, ricco di bellezze naturali ed artistiche, dotato di un clima ottimale per buona parte dell’anno, una tradizione culinaria unica, ha tutte le carte in regola per fare del turismo la sua industria principale, con flussi di arrivi distribuiti tutto l’anno.

Una serie di attrattive potrebbero rendere il Salento ancora più appetibile. In primo luogo la possibilità di raggiungerlo più facilmente ed a costi più contenuti: parliamo dei voli low-cost, non ancora ottenuti nonostante le battaglie attivate soprattutto da parte dell’associazione degli Industriali di Brindisi. Forse perché si tratta purtroppo di azioni isolate, non sufficientemente supportate dal mondo politico?

Per rendere il Salento più appetibile è necessario che le istituzioni sostengano gli operatori turistici con incentivi agli eventi culturali, sportivi ed enogastronomici; ma soprattutto occorre pensare al turismo della terza età, promuovendo accordi con le altre istituzioni provinciali del Centro-Nord, con un occhio particolare al contenimento dei costi dei trasporti, offrendo servizi di accoglienza e itinerari culturali ed enogastronomici.

A proposito dei voli low-cost, il mio punto di vista è che bisognerebbe incrementare i collegamenti tra le principali capitali europee con Brindisi che è l’unico scalo aeroportuale presente nel Salento. A livello regionale bisognerebbe incentivare le compagnie che, con i collegamenti diretti, avrebbero tutto l’interesse a riempire gli aerei anche attraverso una efficiente promozione effettuata nei Paesi di origine.

Si sente spesso parlare di “fare sistema”. Vorremmo che per una volta qualcuno ci spiegasse nel concreto cosa significhi e soprattutto cosa si faccio per concretizzarlo oltre che dichiararlo.

“Fare sistema” significa cooperare fra istituzioni e operatori turistici. Ognuno deve svolgere il suo ruolo e offrire strutture di qualità, servizi eccellenti, spiagge pulite, collegamenti efficienti, punti di accoglienza e informazioni, percorsi culturali ed enogastronomici, call center e siti internet per far conoscere meglio il sistema turistico “Salento”. La crescita qualitativa delle strutture, quindi, deve essere supportata dalla riqualificazione del territorio considerando che ogni proposta deve contenere le condizioni generali di vivibilità, le dotazioni di comfort e di servizi che ormai sembrano imprescindibili per una domanda cresciuta in esigenza, esperienza e cultura del turismo.

Il “sistema turismo” è la realizzazione di un Salento di qualità dove i beni culturali siano pienamente fruibili e non disponibili solo sulla carta, dove gli eventi di attrazione non siano sovrapposti e concentrati in un singolo periodo, dove enogastronomia, arte e cultura siano elementi intrinseci dell’offerta turistica.

Puglia Doc quale contributo dà al turismo pugliese?

Sicuramente Puglia Doc contribuisce a mettere insieme le strutture turistiche che in questi anni hanno dimostrato professionalità, qualità, accoglienza ed economicità della vacanza.

Il grosso contributo viene dato nella promozione delle strutture turistiche, dell’enogastronomia e del prodotto tipico in tante manifestazioni sia in Italia che all’estero. Anche la semplice realizzazione di un lavori editoriali è importante. Il “Puglia Doc 2005”, infatti, come quelli realizzati negli anni precedenti, non è un semplice catalogo, ma un biglietto da visita per le strutture rappresentate. La veste grafica è brillante e le foto sono scelte con cura. Abbiamo riservato al territorio il risalto che merita, tant’è che nella prima metà del catalogo non parliamo di aziende ma descriviamo la Puglia con le sue chiese, la sua arte, i suoi castelli, le sue grotte, i suoi colori ed i suoi sapori.

Una delle critiche mosse al sistema turistico locale è l’incapacità di creare il cosiddetto “turismo di ritorno”. Le sue prerogative imprenditoriali e la sua larga esperienza in questo campo contraddicono in parte questa tendenza: quale è dr. De Santis, lo spirito che anima la sua capacità di “fare turismo”?

Credo che quel che deve contraddistinguere in questo settore sia l’amore per la propria terra e soprattutto la ricerca continua della qualità. Tutte le strutture che aderiscono a Puglia Doc riscontrano la piena soddisfazione dei turisti: professionalità, qualità dei servizi e accoglienza sono il fiore all’occhiello dei nostri associati. Per quanto riguarda il Villaggio da me condotto, posso dire con soddisfazione che i clienti ritornano sempre con piacere, ed ogni volta con nuovi amici. Alla loro partenza il saluto più ricorrente è: “ARRIVEDERCI”.

 

 


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