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Comitato delle Regioni UE. Vendola a Bruxelles, il sì dell'Assemblea
  
di Ilaria NICOLAZZO

Comitato delle Regioni Ue: Vendola a Bruxelles, il sì dell’Assemblea

Si è riunita a Bruxelles la 70° sessione plenaria del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea dove, tra i punti all’ordine del giorno, si è discusso sull’adozione del Parere di Prospettiva degli enti regionali e locali quale contributo alla strategia dell’unione in favore dello sviluppo sostenibile. A presentare il documento alla Commissione, in qualità di membro effettivo del Comitato delle Regioni, il Presidente Nichi Vendola. Il “parere di prospettiva” è stato approvato all’unanimità con le felicitazioni del Presidente del Comitato, Michel Delebarre. Il Comitato delle Regioni (CDR) è la più giovane delle istituzioni comunitarie: è stata creata dal Trattato sull’Unione Europea (Maastricht, 1992) in qualità di organo consultivo accanto al già esistente Comitato Economico e Sociale. La sua prima riunione si è tenuta nel 1994. Il Comitato è costituito da 344 membri e il numero di rappresentanti per ogni Stato membro ne riflette all’incirca la popolazione, ed è un organo comunitario con compiti unicamente consultivi e, a differenza degli altri organi della Comunità, non assume decisioni giuridicamente vincolanti. Il suo ruolo è garantire che le rappresentanze locali e regionali abbiano voce in capitolo nel processo decisionale dell’Unione e che siano rispettate le loro identità e le loro prerogative, ecco perché i membri vengono chiamati a formulare quelle proposte chiamate “pareri di prospettiva”.

La Commissione e il Consiglio hanno l’obbligo di consultare il comitato delle Regioni ogni volta che vengono presentate nuove proposte in settori in cui sono competenti i governi locali su questioni di politica regionale, ambientale, istruzione e trasporti. Proprio sullo sviluppo sostenibile, il governatore Vendola ha presentato il suo “parere di prospettiva”, che, pur incassando 17 emendamenti apportati dai diversi gruppi politici rappresentati all’interno dell’organismo comunitario, non è stato tuttavia modificato nella sostanza. Nel parere si sottolinea come il documento presentato sia l'occasione di una riflessione sull'impatto che la strategia di Goteborg ha nel processo di formazione delle politiche dell'Unione in materia di ecosostenibilità e sulla opportunità che il parere possa contribuire a rendere più efficace il contributo delle Regioni e degli Enti Locali in tema di sviluppo sostenibile. Infatti il documento prodotto nel 2001 a Goteborg prevede che “Lo sviluppo sostenibile - soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere quelli delle generazioni future - è un obiettivo fondamentale fissato dai trattati. A tal fine è necessario affrontare le politiche economiche, sociali e ambientali in modo sinergico. La mancata inversione delle tendenze che minacciano la qualità futura della vita provocherà un vertiginoso aumento dei costi per la società o renderà tali tendenze irreversibili”. Vendola ha così sottolineato che gli obiettivi principali sono la creazione di una maggiore integrazione tra economia, ambiente, aspetti sociali ed attività istituzionali, oltre alla valorizzazione del ruolo delle realtà locali per il successo di tali politiche. Inoltre, ha fatto riferimento, alla necessità di definire target e obiettivi più concreti per indirizzare sapientemente e senza traumi l'attività economica verso modalità di produzione ed erogazione dei servizi maggiormente rispettose della qualità ambientale. Grande importanza viene attribuita alla partecipazione del pubblico nella definizione e nell'attuazione di tali politiche, così come riconosciuto dal principio 10 della Dichiarazione di Rio de Janeiro del 1992. Nella sua relazione Vendola ha ribadito anche l'utilità di una collaborazione più stretta tra Commissione Europea e Comitato delle Regioni, proprio per dare maggiore autorità e possibilità di riconoscimento all'impegno costante del Comitato in tema di sviluppo sostenibile.

 

 

 


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