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Rigassificatore a Brindisi, i motivi di una scelta favorevole |
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Sul rigassificatore si è detto
di tutto e di più, ma sempre con grande spazio ed enfasi contro e con poche
righe e raramente a favore: a questo punto riteniamo doveroso fare una accurata
ed approfondita analisi dei motivi del così vasto diniego analizzandoli
singolarmente, per non peccare, come i denigratori, di superficialità, cercando
risposte e dati tecnici e scientifici che ci possano permettere di capire quale
sia la strada giusta e di fare una scelta consapevole. Il primo aspetto che vogliamo
analizzare è a monte delle motivazioni del si o del no: è una analisi del
problema energia riferito al gas naturale ed al suo approvvigionamento. Il gas
naturale è un combustibile fossile come il carbone o il petrolio, con la grande
differenza che è rappresentata dal notevolmente minore inquinamento prodotto da
esso sia come combustibile che allo stato naturale. Grazie a questo indubbio
fattore a favore l’impiego del gas sta avendo una sempre più vasta diffusione
in tutti i settori, dall’uso domestico, a quello industriale, dal settore
trasporti alla produzione di energia elettrica. Di fatto la limitazione attuale
è nella disponibilità della fornitura che parzializza ancora l’impiego in
alcuni dei settori sopra descritti, ma la strada da percorrere è
l’individuazione di nuove fonti di stoccaggio per la distribuzione: oggi, in
Italia abbiamo le forniture via gasdotto che alimentano dall’Algeria (attraverso la Sicilia) l’Italia
centro/meridionale, dalla Russia (attraverso alcuni altri Stati europei)
l’Italia Nordorientale, dall’Olanda l’area Nordoccidentale; a queste forniture
si aggiungono le produzioni italiane che si inseriscono, principalmente, nelle
reti del centronord e l’unico rigassificatore, rifornito tramite navi gasiere
per gas liquefatto, situato nel golfo di La Spezia. Sono in programma anche un
nuovo gasdotto dall’Iran/Mar Caspio ed alcuni rigassificatori in varie parti
d’Italia, tra cui Brindisi. È proprio di questi giorni la
scoperta, da parte del cittadino comune, dell’incertezza delle forniture via
gasdotto, a seguito della crisi tra Russia ed Ucraina, che ha terrorizzato il
nord Italia con lo spettro dell’interruzione della fornitura proprio nel
periodo di maggior esigenza e consumo principalmente domestico e per
riscaldamento; stessa incertezza, anzi certamente maggiore, fornirà il nuovo
gasdotto quando realizzato, visto i territori da cui dovrebbe partire e che
dovrà attraversare, aree particolarmente turbolente ed in mano a governanti alquanto
poco affidabili: di fatto lo svantaggio principale del gasdotto è che parte da
un solo punto e che il padrone di casa può decidere di chiudere il rubinetto,
lasciando l’utenza senza rifornimento e senza alternative; a questo si
aggiungano anche i problemi, i rischi ed i costi di manutenzione di una
condotta lunga migliaia di kilometri. La produzione italiana è
limitata e non può reggere eventuali blocchi della fornitura anche di un solo
gasdotto; ed è qui che si ha l’immediata percezione del grande vantaggio del
rigassificatore: le gasiere possono imbarcare il gas liquefatto in numerosi
punti di produzione, evitando le aree con particolari situazioni
politico/etnico/sociali, sia di produzione sia attraversate dalla condotta, che
possono bloccare il transito o ridurlo, e potendo scegliere anche quelle con
eventuale prezzo migliore. Oggi in Italia abbiamo una estrema necessità di
rigassificatori ed ancora più estrema è l’esigenza di averlo a Brindisi, zona
industriale dell’area Grande Salento che boccheggia in uno stato di limitatezza
strutturale allo sviluppo con conseguente crisi occupazionale e problematiche
sociali ormai tali da reclamare processi di sviluppo certi ed a breve scadenza
e non utopiche prospettive che non danno di che campare alle famiglie. Il sito
Brindisi zona Capobianco è stato individuato perché, sia dal punto di vista
ambientale che logistico che della complessità dell’intervento, è risultato non
la migliore possibile, bensì l’unica percorribile, come analizzeremo in un
prossimo momento, e l’esigenza della fornitura di gas per tutti gli impieghi è
essenziale perché consentirebbe all’area uno sviluppo dell’industria come
indotto, con la creazione di posti di lavoro, con incremento della produzione
locale, con crescita anche nei settori dell’agricoltura e del commercio,
possibilità che sarebbero più remote o, addirittura, impossibili se si
ipotizzasse un altro sito per l’impianto. In conclusione la risposta alla
prima questione “Si o no il Rigassificatore e perché” è ovvia: SI E SUBITO, senza
porre altro tempo in mezzo che danneggia solo l’economia locale e, di
conseguenza, la cittadinanza. La realizzazione dell’impianto è un dovere
politico e sociale che non può più essere rinviato, pena sempre più gravi danni
economici per il territorio, per l’industria, per l’ambiente e per la
popolazione, non solo di Brindisi, ma di quello che ormai avviato ad essere
un’area di sinergie economiche, culturali ed ambientali e di sviluppo
assonante, il Grande Salento con Lecce e Taranto, e perdere l’opportunità di
realizzarlo sarebbe come pretendere di far diventare il Grande Salento un
T.A.V. ma sulle rotaie della Sud Est. (1.continua)
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