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Generazione Anni Quaranta |
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L’ultima fatica di Giorgio Di Genova, nell’ambito
dell’imponente e sistematica ricostruzione storico-critica, a cadenza
generazionale, dell’intera produzione artistica italiana del Novecento,
iniziata a suo tempo con i due tomi dedicati ai “maestri storici”, riguarda gli
artisti nati tra il 1940 e il 1949, i quali sostanzialmente hanno iniziato ad
operare negli anni a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei
Settanta, cioè nel periodo in cui si afferma il “neodadaismo” e la conseguente “pop
art”, che molti storici dell’arte contemporanea considerano come l’inizio del
“postmoderno”. Quindi quella rievocata in questo primo tomo del sesto volume
della Storia dell’arte italiana del ‘900.
Generazione Anni Quaranta”, pubblicato con ineguagliabile sforzo editoriale
dalle bolognesi Edizioni Bora di Edoardo Brandani (che così intendono
rispondere alle esigenze sia degli studiosi ed appassionati d’arte, sia di un
pubblico emergente dall’odierna civiltà di massa che aspira ad orientarsi nel
non semplice dibattito artistico in corso), è una generazione post-moderna,
anche se nelle vicende culturali e artistiche è assolutamente prudente non
cedere a “comode” catalogazioni e non essere semplicisticamente “categorici”. Bisogna, invece, tener presente costantemente un’ovvia
considerazione, e cioè che in una generazione come quella posta sotto la lente
d’ingrandimento (ma che vale metodologicamente anche per quelle precedenti già
esaminate) non possono che convivere diverse anime, che vanno da quelle più
tradizionali a quelle maggiormente in sintonia con il proprio tempo;
indubbiamente il post-moderno occupa uno spazio non indifferente in questo
volume, che è comunque caratterizzato da una complessa, intricata ed intrigante
dialettica delle direttrici, delle ricerche, delle contrapposizioni, delle
differenziazioni e delle novità linguistiche e stilistiche; nella quale si
registra un grande fermento che caratterizza profondamente anche alcuni artisti
che hanno alternato nel tempo tecniche e linguaggi. Il viaggio che ci fa compiere Di Genova lungo le settecentouno
pagine del poderoso volume è scandito da appuntamenti tematici che partono
dall’eredità che lega in maniera più stretta ed evidente diversi artisti ai
“predecessori” della generazione precedente, per passare all’irruzione della
fotografia, alla pittura aniconica, alla pittura d’immagine degli anni Sessanta
e Settanta, alle prime avvisaglie del postmoderno e della pop art in Italia,
per giungere via via al filone fantastico nella scultura, alle più originali
espressioni sperimentalistiche e “nomadistiche” e a quelle della “poesia
visiva”; un percorso “affollato” da tanti protagonisti, alcuni notissimi e
altri sicuramente sconosciuti al grande pubblico, tutti criticamente
selezionati e puntualmente schedati con una ricchezza di documentazione che
certamente resterà come una pietra miliare delle “fonti” sulla ricerca e sulla
storia artistica contemporanea nel nostro Paese. Un importante “comune denominatore” (come viene fatto ben
notare dall’autore) che attraversa la scena di questa generazione, è “la
diffusa perizia tecnica nella quasi totalità degli artisti in questione, taluni
dei quali, anzi, rivelano un virtuosismo che va a discapito della pregnanza
artistica”. Ma in questa tormentata quanto innovativa generazione si
contrappongono, disegnando uno scenario estremamente ricco di itinerari
individuali e di “tendenze” o “gruppi” (tra cui “Il Girasole”, “Il Moro”,
“Immanentismo”, “Nuovi Nuovi”, “Verifica 8+1”, “Nuovo Futurismo”,
“Transavanguardia”, “Anacronismo”, “Narciso Arte”, “Nuova Maniera Italiana”,
“Madì”, “Artmedia”, “Cracking Art”, “Gruppo Aniconismo Dialettico”, ecc.) in
cui finiscono per ritrovarsi, più o meno consapevolmente, schiere di pittori,
scultori, incisori, architetti, fotografi ed inventori di nuovi linguaggi e
tecniche comunicative. In un agone “ideologico” che mette a serrato confronto
ragione ed emozione, ordine e disordine, assoluto e relativo, struttura ed
apparenza, profondità e superficialità, linea e colore, materia e scrittura, collage e assemblage, iconismo e aniconismo, scultura e pittoscultura, cinema
e teatro, naturalismo e concettualismo, azione e dissacrazione, museo e
ludismo, sperimentalismo e nomadismo, Arte Povera e Arte Colta, pop art e neon
art; tutti “filoni” che in questa summa
vengono ricostruiti in un mosaico mai, nel suo complesso, così affrontato e
raccontato, mosaico in cui si ricostruisce, con dovizia di particolari e di
informazioni in buona parte inedite, attraverso una lettura e una revisione della storiografia esistente e
l’analisi di una documentazione di prima mano, l’identità e la produzione
artistica italiana dei nati nel quinto decennio del secolo appena archiviato.
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