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LA RUBRICA DI PASQUINO E MARFORIO |
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“Caro
Marforio, beati i tempi quando biasimavo Francone, il romano antipapa Bonifacio
VII, o Benedetto Gaetani (Papa Bonifacio VIII) che il 25 febbraio 1296 emanò la
bolla con cui fu proibito al clero di versare sovvenzioni senza il consenso
della Santa Sede. Che dire oggi dinanzi ad un Vaticano che non scomunica quei
preti i quali, anziché l’odor di possibile santità, emanano puzza di
“resistenza irachena”? Così da agevolare l’espandersi a macchia d’olio
dell’islamismo. Ho nostalgia, capisci?, di quei tempi; allora ci si batteva,
noi “statue parlanti di Roma”, contro personalità di riffe o di raffe comunque
di rango. Oggi quelli che attentano, in nome del pacifismo falso e bugiardo,
alle nostre ancestrali civiltà e cultura fanno parte dell’armata “Calabrache” e
sulle loro bandiere le persone ammodo leggono scritto “Ignoranza” o “Malafede”.
Non c’è “apripista” della apostasia e della rinuncia alla dignità di persone
raziocinanti. Io, al par tuo, sono di pietra e non ho sangue nelle vene.
Neppure posso avvampare di vergogna. Ma dopo averne viste di cotte e di crude,
come si suol dire, vorrei essere uomo e gratificare di epiteti coloro i quali
nel nome del permissivismo, del buonismo e di altri ugualmente perniciosi
“ismi” credono di celare, marciando dietro le bandiere ipocrite della pace, la
loro militanza nel più abietto e perverso “ismo” inviatoci da Lucifero sulla
terra: il comunismo. Quello responsabile di duecento milioni di individui fatti
morire nella Siberia o massacrati nelle repressioni in casa e fuor della patria
di Lenin, Stalin ed altri “macellai” di siffatta congenie. Or m’accorgo che
Natale è alle spalle e che navighiamo già nel 2005. Auguri allora a te, amico
mio, ed all’Europa che rischia di divenire Eurabia. Ciao, Pasquino ti vuol
bene”. STORIE DI “ROM” (1) = C’è gente che lamenta, con paura, che carovane
di “Rom” sono in viaggio da Paesi dell’Est verso l’Italia. Terra promessa (da
chi?) per quanti in altre terre si sentono malvisti e, dunque, mal sopportati. STORIE DI “ROM” (2) = In una cittadina del Nord Italia alunni di una
scuola elementare avevano adottato, per affetto ed a scopo didattico, una
asinella cui avevano imposto il nome di Gioia. Un branco di “Rom”, nottetempo,
ha scavalcato il recinto della scuola, rubato l’asinella ed uccisa per poi
mangiarsela. CRISTIANI E MUSULMANI (1) = Eman Alaabadi, cittadino trentenne dell’Arabia
Saudita, è stato tratto in arresto dalla “Muttawa” (Polizia) a Jeddah,
unitamente ad altre quattro persone, per essersi convertito dall’islamismo al
cristianesimo. Ora è in attesa di processo. Condanna in vista: 30 anni di
carcere duro. CRISTIANI E MUSULMANI (2) = Il Municipio XIII di Roma (Ostia), tramite la
Commissione Servizi Sociali, ha acquistato trecento Crocifissi, poi benedetti
dal Vescovo Schiavon, che sono stati consegnati ai Presidi dei locali Istituti
Scolastici per essere ricollocati nelle aule. Erano stati infatti rimossi da
insegnanti cristiani (?) “per non infastidire gli alunni di fede musulmana”… STORIE DI NATALE (1) = A Roma Moira Orfei ha inteso ripristinare un
Circo per la gioia dei bambini, da sempre attratti dal vedere dal vivo gli
animali. Gli “animalisti” capitolini hanno però vibratamente protestato,
accampando il diritto alla dignità dei “quattro zampe” ed il timore di crudeltà
a danno di essi. STORIE DI NATALE (2) = Sempre a Roma (EUR) altri “animalisti” hanno
eliminato dal Presepe allestito nella scuola elementare “Padre Lais” il bue e
l’asino, ovviamente di legno o di cartapesta che fossero o di gesso. Poi
anche…San Giuseppe e la Madonna! Infine hanno depositato nella mangiatoia un
Bambin Gesù…nero. Il Presidente del Consiglio Comunale, Fabio Sabbatani Schiuma
(AN), ha condotto sul luogo un bue ed un asino vivi e vegeti e ricostruito la
tradizionale scenografia del Presepe, anche aggiungendovi due statue della
Madonna e di San Giuseppe. “Pasquino
mio, che te devo dì? Amme me pare che l’ommini e le donne facciano a gara pe’
dimostrasse uno più pazzo e farso dell’artro. Facenno finta d’amà i “vu
cumprà?”, ma pe’ affidaje tutti li lavori pesanti e loro stasse a grattà la
panza, saluteno come fusse manna che cade dar cielo l’arrivo a carettate de
tutti st’immigrati. E poco ce manca che l’ommini je regalino pure le moje e le
fije, come capitò quanno arrivorno, ner quarantatre e via de seguito, li
“Alleati”. Che schifo allora, che vergogna oggi! C’ai proprio raggione: la
dignità troppa gente se l’è messa sotto le sole. Tu hai portato quarche
esempio, ma è mejo fermasse qua. Sinnò nun ce basterebbero tutti li nummeri de
l’aritmetica pe riccontà tutte le “cassanate” (m’hai capito che vurrebbe dì)
che se vedono e se sentono intorno. Statte carmo, amico. E bbona salute a te e
all’artri come noi”.
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