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Donna al volante … …
  
di Simonetta CHEZZI

“Donna al volante…

Si alzerà unanime il coro di voci baritonali maschili a rimarcare, ancora una volta, l’impaccio della guida femminile. Il proverbio, come vuole la saggezza popolare, affonda le sue radici in un terreno di assennata verità, ma nasconde anche la tendenza allo stereotipo, alla generalizzazione, soprattutto di questi tempi, quando il numero di donne guidatrici è aumentato notevolmente e non tutte, diciamolo, sono goffe e impacciate o dimenticano di cambiare marcia, facendo agonizzare il motore dell’auto.

Anzi, la tendenza oggi si è invertita e vede il comportamento femminile sempre più omologarsi a quello maschile. Ciò significa che guidano più veloce, che vengono multate frequentemente per eccesso di velocità, suonano il clacson (e non per salutare l’amica che per caso vedono passeggiare lungo la via), azzardano sorpassi rischiosi e fanno gestacci. Anche questa è parità dei diritti, o no?

È un orientamento, questo della maggiore aggressività nella giuda femminile, che un team di ricercatori americani ha individuato studiando un gruppo di donne americane e giapponesi patentate.

Il gruppo, a nostro avviso, può essere ampliato ed integrato anche con altre nazionalità e le italiane possono entrarci a pieno titolo.

Se fino a qualche anno fa le donne erano considerate caute e prudenti, ora non lo sono più. Amano la velocità, non sopportano che un veicolo lento blocchi la loro corsa e utilizzano un linguaggio degno di un camionista. Insomma, sono cambiate e questo è ovviamente legato al cambio dei ruoli sociali e alla maggiore indipendenza di cui dispongono. Si tratta di un mix di aggressività e stress perché oggi le donne sono madri, casalinghe e lavoratici al tempo stesso, sempre di corsa e divise tra le mille incombenze e impegni di ogni giorno. Ma non vogliamo ora analizzare il ruolo che la donna oggi ricopre; vogliamo invece rimanere allo studio sull’attitudine automobilistica femminile, dove un dato interessante è emerso circa la conoscenza dei limiti di velocità da applicare ai diversi tipi di strade. Ebbene, il 53% degli uomini ha risposto correttamente rispetto al 39% delle donne. Ciò implica che gli uomini sono più coscienti di superare il limite massimo consentito, mentre le donne lo infrangono per negligenza, senza rendersene conto. In questo caso il proverbio sembra rispecchiare la verità.

Lo studio le definisce “fast women”, donne veloci che però si bloccano di fronte ad un parcheggio da effettuare in retromarcia. Quante lo sanno fare impeccabilmente come un uomo? Ricordo un mio amico che, attraversando una strada, attribuiva ad ogni auto parcheggiata il suo proprietario. I parcheggi, definiamoli ‘sbilenchi’, erano ovviamente a suo avviso opera femminile. Io difendevo la categoria, ma dopo qualche minuto una ragazza uscì da un negozio ed entrò nell’auto, neanche a dirlo, parcheggiata malamente. Lui sbottò in una risata.

 

 

 


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