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Donna al volante … … |
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Si alzerà unanime il coro di
voci baritonali maschili a rimarcare, ancora una volta, l’impaccio della guida
femminile. Il proverbio, come vuole la saggezza popolare, affonda le sue radici
in un terreno di assennata verità, ma nasconde anche la tendenza allo
stereotipo, alla generalizzazione, soprattutto di questi tempi, quando il
numero di donne guidatrici è aumentato notevolmente e non tutte, diciamolo,
sono goffe e impacciate o dimenticano di cambiare marcia, facendo agonizzare il
motore dell’auto. Anzi, la tendenza oggi si è
invertita e vede il comportamento femminile sempre più omologarsi a quello
maschile. Ciò significa che guidano più veloce, che vengono multate
frequentemente per eccesso di velocità, suonano il clacson (e non per salutare
l’amica che per caso vedono passeggiare lungo la via), azzardano sorpassi
rischiosi e fanno gestacci. Anche questa è parità dei diritti, o no? È un orientamento, questo della
maggiore aggressività nella giuda femminile, che un team di ricercatori
americani ha individuato studiando un gruppo di donne americane e giapponesi
patentate. Il gruppo, a nostro avviso, può
essere ampliato ed integrato anche con altre nazionalità e le italiane possono
entrarci a pieno titolo. Se fino a qualche anno fa le
donne erano considerate caute e prudenti, ora non lo sono più. Amano la
velocità, non sopportano che un veicolo lento blocchi la loro corsa e
utilizzano un linguaggio degno di un camionista. Insomma, sono cambiate e questo
è ovviamente legato al cambio dei ruoli sociali e alla maggiore indipendenza di
cui dispongono. Si tratta di un mix di aggressività e stress perché oggi le
donne sono madri, casalinghe e lavoratici al tempo stesso, sempre di corsa e
divise tra le mille incombenze e impegni di ogni giorno. Ma non vogliamo ora
analizzare il ruolo che la donna oggi ricopre; vogliamo invece rimanere allo
studio sull’attitudine automobilistica femminile, dove un dato interessante è
emerso circa la conoscenza dei limiti di velocità da applicare ai diversi tipi
di strade. Ebbene, il 53% degli uomini ha risposto correttamente rispetto al
39% delle donne. Ciò implica che gli uomini sono più coscienti di superare il
limite massimo consentito, mentre le donne lo infrangono per negligenza, senza
rendersene conto. In questo caso il proverbio sembra rispecchiare la verità. Lo studio le definisce “fast
women”, donne veloci che però si bloccano di fronte ad un parcheggio da
effettuare in retromarcia. Quante lo sanno fare impeccabilmente come un uomo?
Ricordo un mio amico che, attraversando una strada, attribuiva ad ogni auto
parcheggiata il suo proprietario. I parcheggi, definiamoli ‘sbilenchi’, erano
ovviamente a suo avviso opera femminile. Io difendevo la categoria, ma dopo
qualche minuto una ragazza uscì da un negozio ed entrò nell’auto, neanche a
dirlo, parcheggiata malamente. Lui sbottò in una risata.
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